Come leggere le schede tecniche: cosa significano carico di rottura, allungamento e altri termini

Quando si acquista una corda per uso professionale, è essenziale sapere come leggere le schede tecniche fornite dal produttore. Spesso ci si imbatte in termini come carico di rottura, allungamento, resistenza all’abrasione, peso specifico e altri valori numerici che, a una lettura superficiale, possono sembrare complessi. Eppure, sono proprio questi dati a garantire che la corda scelta sia adatta all’impiego previsto.

Comprendere il significato di ciascun parametro tecnico ti permette di selezionare il prodotto più sicuro ed efficiente, evitando rischi e inutili sprechi.

Carico di rottura: il limite da non superare

Il carico di rottura è probabilmente il valore più importante indicato in una scheda tecnica. Esprime il massimo carico che una corda può sopportare prima di spezzarsi. Questo valore, espresso in chilogrammi o in kilonewton (kN), è ottenuto attraverso prove di laboratorio in cui la corda viene sottoposta a trazione progressiva fino alla rottura.

È importante sapere che questo parametro non indica il carico “di lavoro”, ovvero quello consigliato per un utilizzo sicuro, ma rappresenta il limite estremo oltre il quale la corda si rompe. Per questo motivo, in ambito professionale si utilizza un fattore di sicurezza, che riduce notevolmente il carico massimo consentito.

Ad esempio, se una corda ha un carico di rottura di 1000 kg e si applica un coefficiente di sicurezza di 5, il carico di lavoro sicuro sarà di 200 kg. Questo margine serve a tenere conto di variabili imprevedibili, come carichi dinamici, usura o condizioni ambientali sfavorevoli.

Quando valuti una corda, assicurati quindi di distinguere tra questi due valori e di usare sempre la corda al di sotto del limite operativo raccomandato.

Allungamento: flessibilità sotto controllo

Il parametro chiamato allungamento misura quanto una corda si allunga sotto trazione. È un dato fondamentale perché ti permette di prevedere il comportamento della corda quando è sottoposta a carico. Viene espresso in percentuale e può riferirsi sia all’allungamento sotto carico normale, sia a quello a rottura.

Le corde in poliammide (nylon), ad esempio, hanno un allungamento più elevato e sono perfette per assorbire colpi o movimenti bruschi. Le corde in poliestere, invece, presentano un allungamento ridotto e sono più adatte a situazioni dove serve stabilità dimensionale.

Nelle schede tecniche potresti trovare indicazioni come “allungamento al 10% del carico di rottura” o “allungamento a rottura”. Il primo dato ti aiuta a capire quanto si allunga la corda in condizioni normali d’uso, il secondo indica quanto si allunga prima di rompersi. In entrambi i casi, è bene scegliere corde con un allungamento adatto al contesto. Una cima troppo rigida può provocare danni agli ancoraggi; una troppo elastica può rendere instabile una manovra di precisione.

Peso specifico: quando serve galleggiare

Il peso specifico è un parametro spesso trascurato ma molto utile, soprattutto in ambito nautico e industriale. Indica la densità della corda, ovvero il rapporto tra massa e volume. È espresso in grammi per centimetro cubo (g/cm³) o in chilogrammi per metro cubo (kg/m³).

Per capire la sua utilità pratica, basta sapere che l’acqua ha un peso specifico pari a 1 g/cm³. Di conseguenza, una corda con peso specifico inferiore galleggia, mentre una con peso specifico superiore affonda. Le corde in polipropilene, per esempio, galleggiano perché il loro peso specifico è intorno a 0,91. Quelle in poliestere o poliammide affondano perché hanno una densità maggiore.

Questa informazione è preziosa se devi utilizzare la corda a bordo di un’imbarcazione, in ambienti allagati, o per il recupero di oggetti in acqua. In altri casi, come nel sollevamento o nel trasporto, conoscere il peso della corda ti aiuta a calcolare il carico complessivo che andrà gestito.

Resistenza all’abrasione: la durata nel tempo

Un altro elemento da valutare attentamente è la resistenza all’abrasione, ovvero la capacità della corda di resistere al contatto con superfici ruvide, angoli, spigoli o attrezzi metallici. Una corda con alta resistenza all’abrasione si consuma più lentamente, mantiene le sue proprietà a lungo e riduce il rischio di rotture improvvise.

La resistenza all’abrasione dipende sia dal tipo di fibra utilizzata, sia dalla costruzione della corda. Le trecce compatte e con guaina esterna rinforzata offrono maggiore protezione. Anche i trattamenti superficiali, come la resinatura o la termofusione, migliorano la durata.

Se prevedi utilizzi intensivi, come in cantieri, porti, escursioni o operazioni di carico/scarico, valuta con attenzione questo parametro. Una corda poco resistente all’abrasione può deteriorarsi rapidamente anche se presenta buoni valori di carico statico.

Diametro e costruzione: forma, funzione e maneggevolezza

Ogni scheda tecnica riporta anche il diametro nominale della corda, espresso in millimetri. Questo valore non solo ti aiuta a scegliere la corda che entra correttamente nei bozzelli, nei moschettoni o nei passacavi, ma influenza anche la resistenza, l’elasticità e la presa. In linea generale, corde più spesse offrono maggiore resistenza alla trazione, ma anche peso e rigidità superiori.

Oltre al diametro, è importante osservare la costruzione della corda: tre legnoli ritorti, treccia singola o doppia, anima con calza, fune metallica con anima tessile. Ogni struttura risponde a esigenze diverse.

Le corde a tre legnoli sono più elastiche, quelle a treccia singola sono flessibili e facili da maneggiare, mentre le doppie trecce offrono un buon compromesso tra robustezza e facilità d’uso.

La scelta va fatta anche in base all’ambiente in cui operi: all’aperto o al chiuso, in acqua dolce o salata, con agenti chimici o a temperature variabili. Una corda ben costruita deve offrire uniformità di intreccio, assenza di torsioni anomale e buona resistenza alla schiacciatura.

Altri parametri da conoscere: temperatura, UV, chimica

Oltre ai valori principali, alcune schede tecniche riportano informazioni aggiuntive molto utili. La resistenza ai raggi UV, ad esempio, è fondamentale per chi lavora all’aperto o in ambito nautico. L’esposizione prolungata al sole può indebolire le fibre, rendendo la corda fragile anche se all’apparenza integra.

La resistenza chimica è un altro fattore da non trascurare. In ambienti industriali o agricoli, le corde possono entrare in contatto con oli, solventi, fertilizzanti o agenti corrosivi. I materiali plastici, come polipropilene o polietilene, offrono una buona resistenza chimica, mentre le fibre naturali sono più sensibili.

Infine, presta attenzione alla temperatura di esercizio. Alcune corde mantengono la loro efficienza anche in ambienti molto caldi o freddi, altre invece possono irrigidirsi, perdere elasticità o addirittura fondersi. La temperatura massima sopportata è sempre indicata nella scheda tecnica e va rispettata scrupolosamente.

Leggere correttamente una scheda tecnica di una corda ti permette di scegliere il prodotto più adatto alle tue esigenze, senza affidarti al caso o all’intuizione. Ogni valore ha un significato preciso e corrisponde a prestazioni testate, certificate e misurabili. Interpretarli con consapevolezza è il primo passo per lavorare in sicurezza.